domenica 21 agosto 2016

Piediluco dalle placide acque, Labro come lucertola al sole, Alviano dei capitani di ventura

Monte dell'Eco, Lago Piediluco, Umbria - Foto di Monica Gatti
La mattinata, come avete avuto modo di leggere nel post precedente, l'abbiamo trascorsa alla cascata delle Marmore, facendo trekking. 
Il pomeriggio avevamo invece voglia di stare polleggiati; ci siamo quindi diretti al Lago Piediluco, che dista circa 6 km dalle Marmore.

Lago Piediluco, Umbria - Foto di Monica Gatti
Uno specchio d'acqua che assomiglia ad un lago alpino, con un piccolo borgo tranquillo.

Lago Piediluco, Umbria - Foto di Monica Gatti
Un posto perfetto per rilassarsi, ma anche per fare sport, infatti a Piediluco vi è una delle sedi federali del canottaggio, organizzatrice di prestigiose gare internazionali. Questo borgo è però famoso anche per la Festa delle Acque che celebra ogni anno il solstizio d'estate, e per il Baccanale dei giorni che precedono il ferragosto.

Santuario di San Francesco, Piediluco - Foto di Monica Gatti
Unendo il profano al sacro, Piediluco può anche essere una buona meta per il turismo religioso, in quanto sede di uno dei Santuari di San Francesco, dove è custodita una reliquia del Santo e dove si può ricevere l'indulgenza plenaria.

Dopo esserci riposati ma soprattutto rifocillati, siamo ripartiti alla volta dell'incantevole Labro,

Veduta panoramica di Labro, Lazio - Foto di Monica Gatti
La visione di Labro che si staglia sotto un cielo turchino, ci immerge nei paesaggi amati dai pittori del Grand Tour.
Oggi questo borgo dalle bianche pietre segna il confine tra Umbria e Lazio, nel medio evo segnava invece il confine tra papato ed impero, divenendo quindi terreno di scontro tra guelfi e ghibellini.

Labro, particolare delle sue case, Lazio - Foto di Monica Gatti
In epoca moderna la sua rinascita è legata ad un visionario architetto belga.

Lungo le vie di Labro, Lazio - Foto di Monica Gatti

Negli anni '60 Labro era quasi completamente spopolato ed era destinato a morire come centro urbano, senonché nel 1966 vi giunge l'architetto Ivan Van Mossevelde, amico della nobile famiglia Vitelleschi. originaria del posto. 
Il colpo di fulmine è immediato, Van Mossevelde subisce la magia della luce che scivola sulle pietre dei muri, ma soprattutto intuisce che il contesto ambientale e la posizione geografica del piccolo paese, tra Umbria e Lazio, tra Rieti e Roma, rende il borgo potenzialmente interessante per un turismo internazionale sensibile ai valori della cultura!

Particolare delle case di Labro, Lazio - Foto di Monica Gatti
Van Mossevelde guida il recupero conservando l'assetto altomedievale dell'impianto urbanistico caratterizzato dall'arroccamento ed opera prima un consolidamento strutturale del paese recuperando le pavimentazioni e poi recuperando le abitazioni, utilizzando sempre materiali tradizionali.

Finestra di una delle case di Labro, Lazio - Foto di Monica Gatti
Oggi Labro è sede di una ricca comunità internazionale: belgi, inglesi, americani, norvegesi che hanno acquistato casa e che contribuiscono a diffondere il nome di Labro nel mondo.

Labro, particolare, Lazio - Foto di Monica Gatti
Se volete immergervi in questo tepore di pace vi suggerisco come alloggio l'Albergo diffuso Crispolti; e, se le vostre finanze ve lo permettono, lo stesso castello della famiglia Vitelleschi, entrato a fare parte del circuito delle dimore storiche: Castello Nobili Vitelleschi.

Rocca di Alviano, Umbria - Foto di Monica Gatti
Siamo ormai giunti al tramonto di una splendida giornata e dopo Marmore, Piediluco, Labro, il nostro tour ha ancora spazio per una puntatina ad Alviano e Arrone.
Il castello di Alviano venne eretto per volontà di Bartolomeo d'Alviano, uno dei più coraggiosi capitani di ventura del Quatrocento, nonché architetto militare.
La maestosa fortezza quadrangolare è ora sede di tre musei: il museo multimediale dei capitani di ventura, il museo della civiltà contadina e il centro di documentazione dell'oasi di Alviano.

Arrone, Umbria - Foto di Monica Gatti
Arrone deve invece il suo nome ad un nobile romano che si impossessò del promontorio roccioso e su di esso costruì un castello che costituì il primo nucleo del paese.
Oggi un comitato di cittadini cerca di mantenere vivo la parte più antica del Paese.

La torre civica ed i vicoli del castello di Arrone, Umbria - Foto di Monica Gatti
E così, tra i vicoli fioriti di Arrone termina il nostro primo giorno del mini tour tra Umbria e Lazio.

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