martedì 8 maggio 2018

In viaggio con Giacinta Marchetti


A Faenza, per scoprire uno dei più bei palazzi neoclassici italiani, Palazzo Milzetti, un gioiello forse poco conosciuto, che contiene il capolavoro di Felice Giani.



"La Gatita sotto le due torri" si evolve e diventa "La Gatita e il Gattone in viaggio con" in fondo questa è una nuova parte della mia vita e non aveva senso continuare il blog  con un titolo che era legato al mio lungo periodo lavorativo bolognese ormai concluso. Si affianca alla Gatita, il Gattone, che voi tutti conoscete, e che altri non è che Gabriele, il mio compagno.

Perché "in viaggio con"?

Perché mi è venuta voglia di unire le mie passioni: i viaggi, la lettura, la storia e la mia voglia di raccontare tutto con il mio stile personale, in quanto "viaggiare, insieme a leggere e ad ascoltare è sempre la via più breve per arrivare a sé stessi"

Ci accompagna in questo primo post del nuovo corso della Gatita, Giacinta Marchetti, una florida biondina bolognese di buona famiglia, la classica acquacheta che spezzerà il cuore ad una persona moooolto importante nella Storia (con la s maiuscola) d'Italia.

Palazzo Milzetti è il palazzo di Giacinta, o meglio del suo sposo, Francesco Milzetti.

Questo palazzo dal 2001 è museo dell'età neoclassica in Romagna e appartiene dal 1973 allo Stato Italiano. Nasce per volontà di due generazioni della famiglia Milzetti, famiglia nobile faentina filo napoleonica, il periodo è quello che va dal 1792 al 1804.

Il conte Nicola Milzetti volendo gareggiare con altre famiglie aristocratiche decide di commissionare i restauri del palazzo a Giuseppe Pistocchi, l'architetto più importante a Faenza. 
Il Pistocchi aveva gareggiato anche per vincere la commissione del teatro La Fenice di Venezia; il suo progetto arriva secondo e il Pistocchi lo realizza poi a Faenza, adattandolo per il Teatro Masini,
Il figlio Francesco Milzetti continua il restauro, ma deve abbandonare il Pistocchi che era stato nel frattempo accusato di giacobinismo e prontamente spedito in galera. 
Poco male per Francesco Milzetti che si appoggia all'Antolini di Bologna che realizzerà lo scalone monumentale ed il piano nobile, ovvero tutti gli ambienti interni.
L'impianto decorativo viene invece realizzato dal decoratore più famoso d'italia Felice Giani che si occupò anche delle stanze di Napoleone al Quirinale, tuttavia è a Faenza, a Palazzo Milzetti, che Felice Giani ci lascia il suo capolavoro assoluto.

Statua di Psiche a Palazzo Milzetti - Museo dell'età neoclassica a Faenza

Giacinta si sposa con il suo promesso Francesco nel 1805, che si rivelerà un nobile....squattrinato. 
Milzetti...come dire...non aveva saputo fare bene i conti: Felice Giani lo aveva praticamente ridotto in mutande e il nostro conte faentino verrà salvato dal tracollo economico dalla sua dolce metà e dalla sua lauta dote. 
Il Milzetti però è uomo di mondo e l'Italia è sempre l'Italia, perciò grazie alle sua amicizia con Napoleone ottiene il prestigioso incarico di Comandante del corpo di guardia del vice re di Milano, ovvero di Eugenio De Beauharnais, il figlio dell'imperatrice Giuseppina, moglie in seconde nozze di Napoleone.
Milzetti prepara le valigie, va a Milano e lascia la cara Giacinta a vivere a Bologna, a questo punto, la nostra biondina inizia a frequentare un caro amico d'infanzia, tale Giovanni Maria Mastai Ferretti, un nome che per ora non dirà nulla ai più, ma che invece entrerà nei libri di storia.

Palazzo Milzetti - Faenza

Giacinta Marchetti forse non sarà stata una sfolgorante bellezza, ma aveva certo una personalità tutt'altro che scontata, i ritratti di gioventù ce la mostrano con uno sguardo malizioso ed un sorriso ironico, inoltre la ragazza poteva dirsi sicuramente tra le it girl del momento, visto che frequentava Giocchino Rossini, la regina Carolina Murat, il principe Eugenio De Beauharnais, l'imperatore del Messico Massimiliano d'Asburgo con la moglie Carlotta ecc. ecc., senza contare che l'imperatrice d'Austria le aveva anche conferito il titolo di Dama della Croce Stellata.

Palazzo Milzetti - Faenza

Giacinta era quindi donna del beau monde, e di quattro anni più grande di Giovanni. Il marchigiano si reca a trovare la sua amica d'infanzia inizialmente per chiedere un aiuto concreto: vuole essere esonerato dalla vita militare, soprattutto per scampare alla campagna di Russia, alla fine però finisce per rimanere affascinato da Giacinta.

Palazzo Milzetti - Faenza
Quando di malavoglia Giovanni Maria Mastai Ferretti ritorna a Senigallia, inizia a spedire all'amica delle missive piuttosto esplicite per il linguaggio dell'epoca: "Il desiderio che ho di ritornare a vedervi è assai grande, ma non so quando potrò effettuarlo, certo è che un secondo viaggio sarebbe più conforme alle brame di entrambi" e " penso ancora intensamente alla vostra persona, com'io voglio sperare di non essere da voi dimenticato"...... Giacinta aveva flashato il povero Giovanni, lei era maritata al conte faentino che però era più vecchio di lei di venti anni e Giovanni era invece...più giovane, non tanto da essere un toy boy, ma sicuramente una ventata di aria fresca. Tuttavia i doveri familiari prevalgono e Giacinta dà il ben servito al povero Giovanni, che con il cuore spezzato scriverà "Ma basta, sono scampato alla burrasca e fò voto di guardar di qui avanti le zitelle con occhio di Santo Eremita. Lo deggio fare ancora verso le maritate, mentre ve ne ha una al mondo che mi fa essere indifferente verso tutte le altre".

Eh si.... pare che fosse vero amore, Giovanni Mastai Ferretti prende i voti e inizia la sua ascesa, diventa vescovo di Spoleto e di Imola e poi eletto papa!
Giovanni Mastai Ferretti, il cuore che Giacinta ha spezzato è destinato a diventare uno dei più grandi papi della storia: Papa Pio IX, l'ultimo Papa Re!
La sue missive a Giacinta sono conservate a Forlì, nella biblioteca A. Saffi.




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