domenica 1 settembre 2013

Matilde di Canossa, la contessa guerriera tra storia e leggenda


Matilde della stirpe dei Canossa, regina d’Italia e vicaria papale, fu una delle donne più importanti del medio evo, un’abile diplomatica ed una scaltra politica che seppe reggere con mano ferma per circa quarant’anni gli aviti feudi che si estendevano dall’Italia settentrionale a quella centrale.

Una donna di potere, feudataria, contessa, poi successivamente duchessa, marchesa, ed infine incoronata regina d’Italia dallo stesso imperatore. Mathilde non si piega innanzi agli uomini, sono gli uomini che si devono inginocchiare di fronte a lei,  la sua attitudine al comando diventerà celebre e la saprà astutamente esercitare sui due astri dell’epoca: l’Imperatore ed il Sommo pontefice, poiché, se è vero il detto che “tra i due litiganti il terzo gode”, è vero che Matilde grazie alla sua intelligenza e lungimiranza riuscirà ad uscire viva e vincente in un’epoca di lotte intestine e religiose.


Matilde è di stirpe longobarda, parla correttamente la lingua dei teutoni e quella garrula dei franchi, alta e bionda, come la descrivono le cronache dell’epoca è la terzogenita di Bonifacio “il Tiranno”, mentre la madre, Beatrice di Lotaringia, appartiene al casato dei duchi di Borgogna ed è imparentata con le più importanti case regnati dell’Europa del Nord. La sua infanzia tranquilla e serena nel castello di Canossa viene spezzata dalla violenza. Nel 1052, a soli sei anni rimane orfana di padre: Bonifacio viene ucciso durante una battuta di caccia, per mano di un vassallo traditore, che gli trapasserà la gola con una freccia avvelenata, nel 1053 muoiono invece avvelenati i due fratelli di Matilde.


Ancora giovane viene data in sposa a Goffredo il gobbo, ma il matrimonio non regge e Matilde pianta il marito ed il piovoso Belgio e se ne torna a Canossa. In seguito con la morte del marito e della madre, Matilde a trent’anni è sovrana indiscussa di un vasto territorio che si estende dal lago di Garda fino al Lazio: ha inizio la storia della contessa guerriera, della donna di coraggio che si narra fosse capace di scendere lei stessa in battaglia accanto ai suoi soldati, contro le truppe dell’imperatore.


Nella lotta delle investiture Matilde non ha dubbi: si schiera a fianco del Papa opponendosi all’Imperatore, che tra l’altro era anche suo cugino. Il suo capolavoro sarà però “l’umiliazione di Canossa”. Gregorio VII aveva lanciato la scomunica contro quell’impudente galletto imperiale di Enrico IV, il quale ben presto si accorse che i suoi vassalli gli rispondevano picche in quanto scomunicato, di qui la necessità impellente dell’Imperatore di ottenere il perdono del Papa, altrimenti a chi dava ordini?

Matilde si fa mediatrice tra le due parti e riesce nell’opera: Enrico IV otterrà il perdono presso il castello di Canossa ma prima che la porta sia aperta dovrà passare tre giorni e tre notti all’addiaccio, scalzo, rivestito solo di un ruvido saio, e per di più mentre imperversava una bufera di neve.

Successivamente Matilde si schiererà ancora a difesa del papato e solo con la morte di Enrico IV e la salita al potere di Enrico V avverrà la riappacificazione tra la gran contessa e il nuovo imperatore, che tra l’altro le riconoscerà il valore e l’indomito coraggio incoronandola Regina d’Italia.

Matilde muore nel 1115 amata dai suoi sudditi, le sue spoglie sono ora in San Pietro.
Bernini la immagina audace e guerriera, in fondo il suo nome significa “possente in battaglia”. In un epoca infida Matilde si è rivelata una fine stratega, una donna colta che ha saputo circondarsi di esperti giuristi e abili cancellieri che l’hanno aiutata nell’amministrazione del regno, e con polso fermo ha regnato scrivendo una pagina importante della storia dell’Europa. Si può quindi ben dire che Matilde è stata ed è “onore e gloria d’Italia”.

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