domenica 2 marzo 2014

La democratica #hollywood e la #questionedigenere


Siamo abituati a guardare agli Stati Uniti come se fossero un Paese all'avanguardia, in grado di insegnarci sempre qualcosa nel campo della tutela dei diritti civili.

L'XX factor nella politica e nella società statunitense sembra una realtà affermata e consolidata: Hillary Rodham Clinton potrebbe correre alle prossime primarie democratiche, ed uno dei più discussi CEO nel mondo dell'economia è Mrs Marissa Mayer, graffiante bionda, in gradi di risollevare le sorti di un disastrato Yahoo e catapultarlo tra le migliori compagnie mondiali.

Marissa è riuscita a compiere il miracolo in tacchi a spillo e pancione, ed il polverone mediatico che è stato sollevato intorno alla sua figura potrebbe fare pensare che gli U.S.A. siano una terra eletta per le donne che vogliono realizzarsi nella famiglia e nel lavoro.

In realtà Marissa e Hillary non rappresentano ancora la regola, bensì l'eccezione.
La società americana è ancora sottilmente patriarcale e maschilista, e la democratica Hollywood lavora dietro le quinte per disegnare un mondo a misura di maschio.

Di tale disparità se ne è accorta Geena Davis.

La Davis non ha polemizzato in merito alla vecchia questione dei ruoli creati dagli sceneggiatori che darebbero maggiori chance di lavoro alle colleghe ventenni, bensì ha messo in evidenza la marginalità che le donne hanno in film, serie TV, soprattutto quelle dedicate alle famiglie, ai bambini ed agli adolescenti.

Geena Davis ha quindi creato un Istituto che si occupa di eseguire ricerche sulla questione di genere nel settore dei media e dell'intrattenimento, e di intraprendere azioni di formazione ed istruzione per cambiare i ritratti femminili e gli stereotipi che vengono veicolati dalla società dell'intrattenimento.

L'istituto Davis è riuscito a far luce dal punto di vista quantitativo sulle differenze di genere e sugli elementi di diseguaglianza nel tipo di immagine rappresentata, nelle storie raccontate e nei personaggi che vedono spesso le donne ed il loro lavoro poste ai margini, o addirittura assenti.

Nei film e telefilm per famiglie vi è un solo personaggio femminile ogni tre personaggi maschili.
Nelle scene di gruppo solo il 17% dei personaggi sono donne ed il rapporto tra personaggi maschili e femminili è rimasto inalterato dal 1946.

Quello che ha colpito maggiormente l'attrice non è tanto l'assenza di protagoniste, ma la carenza di personaggi femminili nei mondi e nelle storie: sembra che nelle città fittizie, nei regni fantastici o nelle civiltà interplanetarie create per divertire bambini e adolescenti, la popolazione femminile quasi non esista, e quei pochi personaggi presenti sono ipersessualizzati.


Questa carenza visiva della donna produce e veicola un messaggio negativo nelle giovani generazioni: si abituano i ragazzi a vedere le donne non occupare i medesimi spazi. Di conseguenza sarà sempre più difficile rompere gli stereotipi nel mondo del lavoro.

Nel 2012-2013 solo il 14% delle produzioni di Broadway sono state dirette da donne, e nella medesima stagione delle 28 piece rappresentate solo 3 erano state scritte da donne.

La prima ed unica donna ad avere vinto un oscar come regista è stata nel 2010 Katrhyn Bigelow.
Di lei i colleghi maschi dissero taglienti "gira come un uomo", e non era un complimento per questa bella signora. Avrebbero potuto accettare una regia femminile, ma mai un film girato da una donna come se in realtà dietro la macchina da presa ci fosse l'occhio di un uomo.

L'America in fondo ha un cuore fortemente conservatore, anche quando vuole fare la democratica.

Molti hanno lodato la furbissima foto dell'abbraccio tra Michelle e Obama in cui l'elemento forte era lei, la donna tra le cui braccia il presidente trovava riparo e traeva forza. Michelle prima first lady di colore, avvocato di successo, è la donna tenera e forte che sta accanto al suo uomo come tutte le belle mogli bianche dell'aristocrazia wasp, nulla a che vedere con la dimenticata Condoleeza Rice, lei si vero elemento di rottura: donna di potere (segretario di stato nel primo mandato Bush), nera, repubblicana, non sposata, e senza figli.