domenica 2 marzo 2014

#Vivien Leigh, la ragazza della terra di Albione che divenne #RossellaOhara


Quando si leggono le biografie e gli articoli dedicati a Vivien Leigh, una delle regine del teatro britannico, tre aggettivi ricorrono immancabili: bella, affascinante, seducente, spesso accompagnati da avverbi volti a rafforzarne l'aurea di splendore che circondava l'attrice.

Vivien Leigh è "eccezionalmente bella, incredibilmente fascinosa, e superbamente seducente".




Vivien nasce nel 1913 in India, il padre è un alto funzionario delle colonie inglesi dalle lontane origini francesi, mentre la madre è irlandese.

Pelle eburnea, capelli color ebano e occhi verdi, Vivien sembra una principessa delle favole, o meglio ancora, è l'incarnazione perfetta di Scarlett O'Hara, l'eroina americana per eccellenza, ruolo che interpreterà magistralmente nel film capolavoro di Victor Flaming, "Via col vento", e per il quale vincerà l'oscar, rimanendo per sempre nella memoria come la capricciosa, volitiva, tenace Rossella.






Le attrici americane la detesteranno, considerando oltraggiosa ed offensiva la scelta di una inglese per interpretare il ruolo dell'eroina statunitense.

A onor del vero, non avevano tutti i torti le colleghe a stelle e strisce ad avercela con Vivien: l'inglesina aveva avuto il ruolo grazie ai buoni uffici del futuro marito, sir Lawrence Olivier, considerato all'epoca il più grande attore teatrale.


Ebbene si, Vivien era una raccomandata! Ma è stata la raccomandata più brava della storia del cinema.
Nel suo volto di una bellezza incantevole, si alternavano sorrisi dolcissimi, occhiate maliziose e sguardi alteri, Vivien poteva essere regale ed al tempo stesso indifesa, superba ed affranta.


Rimase un'attrice di teatro, prima ancora che di cinema, e con il grande amore della sua vita, Lawrence Olivier, formò una delle coppie glamour del jet set, ammiratissimi perfino da Wiston Churchill.



Vivien vinse un secondo oscar interpretando la psicotica Blanche Dubois nel film di Elia Kazan "Un tram che si chiama desiderio".

La nevrotica Blanche era purtroppo molto simile a quello che Vivien era nella realtà.





La sua bellezza ed il suo talento iniziarono ad essere offuscati da un pesante disturbo bipolare che la trascinerà lungo la via della depressione, distruggendo il suo matrimonio, e portandola ad essere curata d'urgenza con l'elettrochoc.

Colei che viene considerata la migliore interprete del teatro inglese inizia a soffrire di crisi maniacali aggravate dall'abuso dell'alcol, che contribuirà a minare la sua cagionevole salute, e a fare sfiorire la sua fulgida e memorabile bellezza.

A cinquantatre anni, appesantita nel fisico, con la mente vacillante e tisica, morirà sola nella sua casa, come un'eroina tragica dei romanzi dell'Ottocento.


Il drammaturgo Tennessee Williams dirà di lei che era la personificazione della grazia, una grande attrice, ed una grande donna.

Il suo volto perfetto, di una "bellezza magica" come ebbe a dire lo stesso Olivier quando la incontrò per la prima volta, affascina ancora oggi: nel 2006 i suoi connazionali sceglieranno lei, Vivien, come la più bella britannica di tutti i tempi, non Kate Moss o Sienna Miller.